Circa due mesi fa ho iniziato a leggere questo libro di Robert Maurer, psicologo e professore all' Università della California.
Questo libro è stato tradotto in 20 lingue.
Io l'ho scoperto grazie ad una mia ricerca di letture, utili ad un processo di "cambiamento e miglioramento", su cui sto lavorando da diversi mesi e del quale vi parlerò ogni tanto.
Lo psicologo statunitense è l'artefice della trasposizione del METODO KAIZEN dall'ambito aziendale a quello personale.
Che cos'è il metodo Kaizen?
"Alla fine della seconda guerra mondiale, le forze d’occupazione americane introdussero in un Giappone sconfitto e umiliato nuovi sistemi per migliorare l’efficienza e la qualità dell’industria: tra questi, il principio del miglioramento continuo – lento e graduale –, ideale in un paese traumatizzato e privo di risorse.
I giapponesi lo impiegarono con proverbiale successo e inventarono un nome per definirlo: Kaizen, da kai (cambiamento) e zen (migliore), «il cambiamento per il meglio».
Negli anni Ottanta il metodo ritornò perfezionato in USA ed è tuttora applicato con successo nel mondo delle imprese.
E' merito di Maurer se il Kaizen viene oggi utilizzato anche in ambito personale per trasformare le nostre esistenze senza fatica né paura.
Questo libro è stato tradotto in 20 lingue.
Io l'ho scoperto grazie ad una mia ricerca di letture, utili ad un processo di "cambiamento e miglioramento", su cui sto lavorando da diversi mesi e del quale vi parlerò ogni tanto.
Lo psicologo statunitense è l'artefice della trasposizione del METODO KAIZEN dall'ambito aziendale a quello personale.
Che cos'è il metodo Kaizen?
"Alla fine della seconda guerra mondiale, le forze d’occupazione americane introdussero in un Giappone sconfitto e umiliato nuovi sistemi per migliorare l’efficienza e la qualità dell’industria: tra questi, il principio del miglioramento continuo – lento e graduale –, ideale in un paese traumatizzato e privo di risorse.
I giapponesi lo impiegarono con proverbiale successo e inventarono un nome per definirlo: Kaizen, da kai (cambiamento) e zen (migliore), «il cambiamento per il meglio».
Negli anni Ottanta il metodo ritornò perfezionato in USA ed è tuttora applicato con successo nel mondo delle imprese.
E' merito di Maurer se il Kaizen viene oggi utilizzato anche in ambito personale per trasformare le nostre esistenze senza fatica né paura.
Un viaggio lungo mille miglia inizia con un piccolo passo
(Lao-tze)
Come letto su Wikipedia, la vision della strategia Kaizen è quella del rinnovamento a piccoli passi, da farsi giorno dopo giorno, con continuità.
La base del rinnovamento è quella di incoraggiare ogni persona ad apportare ogni giorno piccoli cambiamenti il cui effetto complessivo diventa un processo di selezione e miglioramento dell’intera Organizzazione.
Robert Maurer ci spiega che “la paura del cambiamento è fisiologicamente radicata nel cervello".
Quando si desidera iniziare un cambiamento esistenziale o un processo creativo utilizziamo la corteccia cerebrale.
Un obiettivo ritenuto difficile, impegnativo ed irraggiungibile può scatenare PAURA ed attiva l' AMIGDALA.
Cos'è l' amigdala?
Cos'è l' amigdala?
Si tratta di una importante parte del nostro cervello limbico, a forma di mandorla, in grado di regolare le emozioni, intervenendo in particolare nella gestione della paura.
Quando da fuori arriva uno stimolo considerato pericoloso l'amigdala invia segnali di emergenza, rilasciando gli ormoni indispensabili per la difesa o per la fuga, attivando moltissimi sistemi come quello cardiovascolare, ma anche muscoli e intestino.
"Soluzione Kaizen": non suscitare allarme ed attingere invece alle risorse creative del cervello.
Infatti secondo Maurer "quando le paure tacciono, il cervello può elaborare domande e produrre risposte, secondo i suoi tempi".
Semplificando, il segreto è ingannare il cervello e non svegliare l'amigdala, ma come?
Grazie ad un piccolo passo.
"Piccoli passi corrispondono a tanti micro-obiettivi".
Fondamentale è la costanza.
L’azione di cambiamento deve essere minima, tanto da poter essere svolta anche solo per pochi secondi ma tutti i giorni, così facendo si abitua il cervello a compierla facendola diventare una (sana) abitudine.
Non ci si spaventa del lavoro da fare, non si attiva l'amigdala ed attraverso piccoli passi si percorre ogni giorno un po' di strada fino al traguardo prefissato, che inizialmente spaventa e porta alla rinuncia.
Questo metodo ha una vasta applicazione, a me ovviamente interessa per il mio percorso esistenziale di cambiamento e miglioramento.
Mettiamola così, mi sta dando la possibilità di "imparare", attraverso piccoli passi, nuove abitudini per un miglioramento continuo della gestione della mia quotidianità, in merito alla dieta, all' attività fisica, all'organizzazione sul lavoro ed infine all'organizzazione della casa.
In ogni caso lo trovo un approccio costruttivo ed utile in generale.
Voi che ne pensate?
Alla prossima
Tiziana
"Soluzione Kaizen": non suscitare allarme ed attingere invece alle risorse creative del cervello.
Infatti secondo Maurer "quando le paure tacciono, il cervello può elaborare domande e produrre risposte, secondo i suoi tempi".
Semplificando, il segreto è ingannare il cervello e non svegliare l'amigdala, ma come?
Grazie ad un piccolo passo.
"Piccoli passi corrispondono a tanti micro-obiettivi".
Fondamentale è la costanza.
L’azione di cambiamento deve essere minima, tanto da poter essere svolta anche solo per pochi secondi ma tutti i giorni, così facendo si abitua il cervello a compierla facendola diventare una (sana) abitudine.
Non ci si spaventa del lavoro da fare, non si attiva l'amigdala ed attraverso piccoli passi si percorre ogni giorno un po' di strada fino al traguardo prefissato, che inizialmente spaventa e porta alla rinuncia.
Questo metodo ha una vasta applicazione, a me ovviamente interessa per il mio percorso esistenziale di cambiamento e miglioramento.
Mettiamola così, mi sta dando la possibilità di "imparare", attraverso piccoli passi, nuove abitudini per un miglioramento continuo della gestione della mia quotidianità, in merito alla dieta, all' attività fisica, all'organizzazione sul lavoro ed infine all'organizzazione della casa.
In ogni caso lo trovo un approccio costruttivo ed utile in generale.
Voi che ne pensate?
Alla prossima
Tiziana
Sei un mito, io non ne so niente! Tu e Sara mi state aprendo un mondo, siete mitiche!!!
RispondiEliminaAhahah....seguici e nn te ne pentirai! O forse si :P
EliminaNon credo sia un caso essere atterrata su questo post....magari lo compro questo libro...
RispondiEliminaIl termine "atterrata" mi piace molto! ;)
EliminaGrazie ;)