Torno qui.
In questi mesi di silenzio sono accadute diverse cose.
Brutte e belle, ma siamo ancora qui.
Di nuovo.
Ed ancora.
Ho un gran desiderio di riprendere a scrivere ma di farlo alla vecchia maniera.
Appartengo alla "old school", chi ha un piccolo blog penso possa capirmi.
Vi ricordate com'era prima dell' arrivo di Facebook ed Instagram?
Ci penso da diverse sere.
Come tutto è cambiato!
Da sempre ho un rapporto di amore ed odio con i social.
L'idea di esserne in qualche modo "dipendente" mi infastidisce.
E non poco.
Non ho mai amato le dipendenze.
Non ho mai avuto un vizio.
Non conosco la dipendenza affettiva.
Non mi incantano i richiami "materiali".
Amo la libertà.
Finito il liceo mi sono cercata subito un lavoro part time per avere un mio piccolo stipendio, nonostante potessi permettermi di stare a casa ed essere totalmente mantenuta durante il corso degli studi universitari.
Sono nata così.
Se chiedo a mia madre di descrivermi com'ero da piccina, lei risponde "Eri una bambina indipendente".
Il mio ritornello era "faccio da sola".
Amo l'indipendenza.
Durante le vacanze estive, trascorse tra le spiagge del litorale Laziale, le montagne del Trentino e le colline della Toscana, mi sono resa conta di quanto fosse forte in me il "bisogno" di collegarmi, essere on line e condividere pezzi della mia vita.
Mi sono chiesta "ma perché?"
E non ho trovato una sola risposta, ma tantissime.
Troppe, forse.
Mi sono fatta anche un'altra domanda, ma che definirei "contraria":
"Coloro che non sono social, perché non lo sono?"
Ed anche per questa non ho trovato LA RISPOSTA.
I social sono strumenti utili per amplificare ed arricchire la propria conoscenza, grazie ai quali siamo stimolati continuamente ad esplorare mondi virtuali e reali.
Ma purtroppo non è questo l'unico uso che se ne fa.
Da quando l'aspetto commerciale ha preso il sopravvento molte "dinamiche" sono state alterate.
E falsificate.
Con questo esasperato cambiamento "SOCIAL-e" è arrivata, PER ME, anche la NOIA.
C'è invece chi lo adora, ci crede, ci investe, ci si rivede, lo alimenta e sostiene.
C'è chi in questo cambiamento ha visto la svolta.
In questa fine di Agosto io sono un po' nostalgica, mi mancano i tempi in cui in rete si cercavano blog interessanti, dove si leggevano storie leali, in cui ritrovarsi.
Dove si aspettava che qualcuno passasse di qui a leggere, anche solo per caso e lasciasse un commento.
Mi mancano quei racconti di vita vera, non sponsorizzati e non forzati.
Mi manca la semplicità delle persone.
Mi manca la sincerità delle parole.
Mi manca l'originalità dei pensieri.
Mi manca il tempo dedicato e disconnesso.
Non è vero che non abbiamo tempo.
Seneca ha ragione, anche questa volta.
Se ne perde molto in sciocchezze.
Se ne perde molto con il cellulare tra le mani.
Io ne ho perso molto.
Mea culpa.
Le mie riflessioni notturne, che portano un po' di luce calda.
A prestissimo, promesso!
Tiziana
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